Il centro di consulenza nazionale della Rete svizzera contro le mutilazioni genitali femminili viene contattato da un’insegnante di scuola elementare: la famiglia di una sua allieva intende recarsi nel proprio Paese di origine per far visita alla nonna durante le vacanze estive. L’insegnante sa che la pratica delle mutazioni genitali femminili è ancora molto diffusa in quel Paese. La ragazza è a rischio di MGF durante le vacanze? Quale iter sarebbe opportuno seguire?
Una guida a sostegno dei professionisti
Molti professionisti attivi nell’ambito sociale, sanitario e della migrazione sono confrontati con problematiche simili. L’identificazione delle ragazze a rischio o già vittime di MGF, le conoscenze per reagire in modo adeguato e fornire la giusta assistenza impongono requisiti elevati ai professionisti. Sovente, però, mancano le competenze necessarie riguardo a questa specifica forma di minaccia del bene dei minori.
Per questo motivo, la Rete svizzera contro le mutilazioni genitali femminili offre corsi di formazione e consulenze mirate. Essa ha inoltre elaborato, in collaborazione con UNICEF Svizzera e Liechtenstein e Protezione dell’infanzia Svizzera, una guida per i professionisti che fornisce conoscenze di base sull’argomento, illustra i fattori di rischio e offre assistenza pratica per i casi concreti. La guida «Mutilazioni genitali femminili (MGF) e protezione dell’infanzia» (disponibile solo in tedesco e francese) sarà pubblicata il 6 febbraio e potrà essere consultata sul sito www.mutilazioni-genitali-femminili.ch/rete .
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